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Archivi autore: Franco Gray

Nel bosco, di notte

Posted on 3 Gennaio 2024 by Franco Gray Posted in Archivio, Cuori selvaggi, Diario, Libri scritti e da scrivere, Luoghi, Storie, Tesi e ricerche .

 

Al calar della sera – Quell’estate, quando calavano le prime ombre della sera noi – i cacciatori di immagini – ci addentravamo nei boschi. Per raggiungere i luoghi delle nostre precedenti osservazioni e “scoperte”, lasciavamo ben presto i sentieri e raggiungevamo  ora le sponde di un ruscello, ora una catasta di legna abbandonata da anni, ora la tana che sembrava abitata. Lì, in silenzio, posavamo le nostre foto-trappole, le testavamo e le mimetizzavamo. Passavamo a ritirarle la mattina seguente ma talvolta – e solo se il luogo non era frequentato da altri esseri umani –  le lasciavamo per almeno un paio di giorni. Tornati  a casa e scaricate le immagini, sullo schermo del computer appariva di tutto, e non solo ciò che  avevamo immaginato… (Testo tratto da un mio racconto di prossima pubblicazione)

Volpe, bosco, neve

Bosco, neve, animali: racconti di un foto-trappolatore dilettante. In questo articolo alcune osservazioni sulla vita segreta degli animali che – spesso furtivamente – vivono attorno a noi… 

Caprioli 

Fotografare i caprioli non è difficile: al calar delle tenebre per raggiungere i luoghi in cui pascolano percorrono gli esili sentieri che essi stesso tracciano nei boschi.  In inverno sono ghiotti di verde: se si lascerà al suolo il ramo di un albero ricoperto di edera possiamo stare certi che i caprioli lo ripuliranno nel giro di un paio di notti.

Capriolo maschio che si ciba delle fronde di edera cadute al suolo da un albero schiantato

Capriolo maschio che si ciba delle fronde di edera (Foto: Franco Gray)

In primavera la presenza dei caprioli è resa nota dai ricacci mangiucchiati della fitolacca, dagli arbusti cimati e dai resti dei teneri germogli di rovo di cui si sono cibati.  

Cervi

I cervi, così come i caprioli, frequentano i prati stabili e le radure. A volte – ma solo nelle zone protette – si possono incontrare anche di giorno e lungo le strade carrabili.

Cerve al pascolo in una radura

Cerve al pascolo in una radura (Franco Gray)

Tassi

Tasso che si aggira tra le felci del sottobosco

Tasso mentre fruga tra le foglie in decomposizione (Franco Gray)

Dalle mie parti – e mi riferisco alle colline delle zone pedemontane della bassa Valsesia – i tassi sono tra i più attivi “signori della notte”. La loro presenza è rivelata dalle buche poco profonde che scavano qua  e là per estrarre le larve dal terreno: nelle zone ricche di humus la loro presenza è rivelata dagli scavi di circa cinque centimetri di profondità e con un diametro equivalente. Le loro “latrine” scavate nel terreno in genere sono poste nelle vicinanze delle tane, hanno dimensioni maggiori e racchiudono i loro escrementi.    

Volpi

Abitudini – Le volpi sono grandi camminatrici, nelle zone protette si possono incontrare anche di giorno ma… attorno alle abitazioni preferiscono muoversi nel cuore della notte. Le loro abitudini sono illustrate nell’articolo dedicato alle Volpi

[…] Una ventina di minuti di cammino su un sentiero accidentato, tra pietraie e alberi. La tana della volpe si trovava ai piedi di una grande ceppaia, tra alcuni grossi massi precipitati dalle pareti quasi a picco.  Si era alla fine di luglio: “… i volpacchiotti nascono sul finire dell’inverno, ora sono già grandicelli e giocano davanti alle tane, escono anche di giorno ma ancora non si allontanano”. Eravamo davanti alla galleria più utilizzata: “Come vedete – spiegò ancora il Barba – attorno all’ingresso principale non ci sono né foglie né rametti, e neppure pianticelle: è la prova che qui ci vive una intera famiglia. I cuccioli raspano, saltano, si azzuffano e così facendo fanno terra bruciata. […]  (Tratto da Da Pian dl Lago, un racconto tra Natura e Cultura – Franco Gray, Amazon, 2022)

Volpacchiotto, foto-trappola

Volpacchiotto presso un arbusto carico di corniole mature (Franco Gray)

La faina del torrente segreto

[…] Poco a monte dal punto in cui il torrente era guadabile si notava una sorta di sentierino lasciato dal passaggio degli animali, tra questi sembrava di vedere orme di capriolo, ma le recenti piogge le avevano in parte cancellate. Per avere idea di chi passasse da quel luogo segreto lasciammo – bene in vista su di un masso – le bucce di una mela e un boccone di carne: “… domani vedremo se si tratta di erbivori o di carnivori, o se da qui passano sia gli uni che gli altri”, dissi al mio giovane accompagnatore. La mattina seguente i brandelli di carne era spariti, di conseguenza piazzammo la foto-trappola e scoprimmo che il guado era frequentato – tra l’altro – dalla faina della foto sotto… (Testo tratto da un mio racconto di prossima pubblicazione)

Martora al guado

Faina  al guado in un torrente di montagna. La martore sono simili alle faine, ma hanno dimensioni maggiori e la macchia pettorale giallastra.  (Franco Gray)

Intorno ai grandi alberi

I grandi alberi sono il luogo ideale per piazzare le foto-trappole: offrono infatti ospitalità agli uccelli e ai piccoli roditori. Dove ci sono i consumatori primari (arvicole, larve del legno, uccelli frugivori…) troviamo i loro predatori e – molto frequentemente – i tassi.

Vai a Alberi cavi 

Frutti selvatici maturi

Corniole mature

Agosto. Corniole mature (Franco Gray)

I frutti selvatici del corniolo (vedi foto in alto) sono molto appetiti sia dalle volpi che dai tassi. Si legge in un mio racconto:

[…] Sotto il corniolo l’erba era stata calpestata e quella mattina di agosto al suolo non si trovava un solo frutto: qualcuno nella notte si era  fatto una scorpacciata di corniole. Vi ritornammo la sera e, dopo aver scosso energicamente la pianta per farne cadere i frutti maturi, piazzammo ben due fotocamere; la mattina seguente i nostri marchingegni ci mostrarono la presenza dei tassi e delle volpi che avevano integrato la loro dieta con le succose corniole…

All’avvicinarsi dell’autunno nei boschi maturano le castagne: vi potremo scovare i piccoli roditori che se ne cibano e i loro predatori…

Ghiro che si ciba di castagne

Ghiro in alimentazione: sta rosicchiando una castagna (Franco Gray)

Gatti selvatici, rinselvatichiti, vagabondi…

Gatto

Gatto: domestico, o rinselvatichito? (Franco Gray)

In questo articolo si accenna solo ai gatti rinselvatichiti: inutile e fuori luogo (per ora) soffermarsi sui gatti domestici che frequentano i giardini. Nei boschi le foto-trappole hanno documentato la presenza di gatti: alcuni – ad un sommario esame visivo – sembrano incrociati con i (rarissimi!) gatti selvatici che ancora vivono negli angoli più nascosti dei boschi. Il discorso va approfondito, così come i comportamenti di questi piccoli mammiferi. Quando, ad esempio, sullo sfondo delle immagini catturate si notano gli occhi di un selvatico il gatto ritratto in primo piano scompare rapidamente di scena. La loro presenza pone parecchi interrogativi: i gatti rinselvatichiti sopravvivono in natura? Sono temibili cacciatori? Per esperienza personale posso dire che in una remota località collinare ho notato un riparo (gestito da una associazione) e destinato ad una colonia felina protetta e che, in quella zona, circolava un numero di animaletti e di piccoli volatili paragonabile ai luoghi dove non avevo notato la presenza di felini. Premesso che la colonia in questione è alimentata da volontari, a mio parere gli uccelli hanno imparato ad evitare gli agguati dei gatti e ben pochi finiscono nelle loro grinfie.      

Note e riferimenti

Dispongo di diversi marchingegni di rilevamento. Alcuni, sofisticati e collegabili alle reflex, danno immagini nitide; altri (si tratta di apparecchi acquistabili a buon mercato…) rivelano comunque presenze insospettate e comportamenti che aiutano a capire le dinamiche del bosco.  Le foto-trappole mostrano infatti gli aspetti della vita segreta degli animali: chi avrebbe mai detto, ad esempio, che un verzellino arrivasse ad imbeccare i nidiacei di una capinera? O che l’allocco – il noto cacciatore della notte – potesse accontentarsi anche di becchettare pure con i resti dei pasti dei carnivori? A mio parere il discorso merita di essere approfondito.

L’immagine in basso è una foto-elaborazione che ha il solo scopo di attivare la fantasia. In realtà gli animali qui riprodotti sono stati fotografati in tempi e luoghi diversi.

Animali della notte (fotoelaborazione)

Un collage di animali della notte (Foto-elaborazione, Franco Gray)

Testo  e foto: Franco Gray (All’anagrafe: Franco Bertola)

 

Avvertenza –  Sono gradite le condivisioni, ma tutto il materiale pubblicato  in questo sito resta  proprietà degli  autori e non potrà essere utilizzato da terze persone senza la loro esplicita autorizzazione. Le eventuali citazioni dovranno contenere la fonte con il titolo del sito. 

 

Tags: animali della notte, bosco di notte, caprioli, cervi, grandi alberi, martore, tane, tassi, tasso .

Moscardini, tra radure e incolti

Posted on 9 Settembre 2023 by Franco Gray Posted in Archivio, Cuori selvaggi, Diario, Libri scritti e da scrivere, Luoghi, Monografie, Storie, Tesi e ricerche .

 

Quando cala la sera i moscardini lasciano i loro nidi celati tra gli arbusti poi, protetti dalle tenebre, vanno alla ricerca di cibo…

 

Moscardino su rametto di nocciolo

                                                          Un moscardino colto sul ramo di un nocciolo (Foto: Franco Gray)

Il Muscardinus avellanarius è un roditore di dimensioni modeste: raggiunge infatti (coda compresa) i quindici centimetri di lunghezza. In pianura e sulle colline i moscardini vivono di preferenza tra i rovi, nelle le radure dove crescono le nocciole selvatiche e ai bordi dei piccoli appezzamenti con alberi da frutto. Verso le montagne diventano sempre più rari, ma sopravvivono ai lunghi inverni perché – ben celati nelle cavità degli alberi più vetusti e soprattutto nelle ceppaie disseccate – con l’arrivo dei primi freddi cadono in un profondo letargo. Per affrontare il gelo, verso l’autunno si rimpinzano soprattutto di castagne e di faggiole: in questo modo avranno abbondanti riserve di grasso da consumare durante il sonno invernale. Al risveglio riprenderanno vigore rosicchiando i primi germogli  e i semi rimasti al suolo.

Prugolo con frutti maturi, moscardino

Un giovane moscardino su un prugnolo carico di  frutti maturi (Foto: Riccardo Bacchi Campidimmagini)

Presenze inequivocabili…

Nocciole mature ancora sui rami e (a destra) i resti del pasto di un moscardino

Nocciole: nella foto a sinistra i frutti maturi, a destra il guscio lasciato dai moscardini – I moscardini  si nutrono soprattutto di nocciole ancora tenere, di more, di lamponi e di semi. Le nocciole rosicchiate e svuotate sono un segno inequivocabile della loro presenza. Non ho esperienze in merito alle loro presunte predazioni di uova nei nidi degli uccelli (Foto: Franco Gray)

Una vita furtiva – I moscardini durante la stagione calda passano le loro giornate in nidi sferici costruiti tra gli arbusti a circa un metro dal suolo: i ricoveri dei maschi hanno dimensioni modeste, ma quelli delle femmine con prole possono superare i dieci centimetri di diametro, sono ben rifiniti e accuratamente celati.

Roveto con more e - a sinistra - nido di moscardino

Un roveto con more mature e il nido (ormai vuoto) di un moscardino – Nell’ immagine di destra un nido del moscardino abbandonato:  è stato rinvenuto in un canneto. I “nocciolini” svernano nelle vecchie ceppaie in un nido simile poi,  con primi tepori,  costruiscono i loro rifugi tra i rovi e gli arbusti. (Foto: Franco Gray)

Racconti di boschi e di moscardini

II primo incontro – … il giorno mi padre tornò dal bosco con un moscardino (“rat niciulin”) addormentato mi spiegò che l’aveva trovato nella vecchia ceppaia che stava spaccando, che non era morto e che stava passando l’inverno in letargo. Io avrei voluto accarezzarlo, ma papà mi disse di lasciarlo in pace e lo sistemammo con foglie, fieno e segatura dentro un capace mastello di metallo che portammo poi nel locale freddo della fattoria, quello in cui si conservavano le patate e la frutta. Quando finalmente il moscardino si svegliò dal letargo cominciai a nutrirlo e… poiché era solo… pensai pure di trovargli una famiglia: di conseguenza con l’arrivo della primavera cominciai a ispezionare con cura le radure, gli incolti e i bordi dei terreni coltivati.

Ricerche e scoperte –  La ricerca di una compagna per il moscardino che viveva nel mastello fu piuttosto lunga. Dopo parecchie esplorazioni, quando finalmente scoprii un grosso nido abitato da una femmina con prole mi avvicinai rumorosamente: di conseguenza l’inquilina ne uscì e scomparve velocemente tra i rami del cespuglio sul quale aveva messo su famiglia. All’interno del nido i neonati erano ancora ciechi e privi di pelo, li osservai  per pochi istanti e non li disturbai. Quando – a poche ore di distanza –  tornai per rivederli il nido era ormai vuoto: la madre già aveva ormai messo al sicuro i suoi piccoli, ben lontani dalle mie grinfie. Il giorno che riuscii ad arraffare un nido con madre e figli lo  portai nel vecchio mastello: non ci furono conflitti con l’ospite scovato in inverno e la madre si prese cura della prole. Ben presto però  i moscardini tornarono da dove erano stati prelevati: erano troppi e mio padre mi obbligò a riportarli nel bosco, anche perché i gatti di casa… se mai fossero riusciti ad entrare nel locale alla prima occasione se li sarebbero mangiati.     

Peccati veniali – Penso che il racconto di queste mie (peccaminose!) esperienza di ragazzino possa tornare utile a quanti si trovassero nella necessità di mettere in sicurezza un nido di moscardino o i soggetti giovani sfuggiti alle cure materne. A quei tempi non era vietato allevare gli animaletti selvatici e i “reati” da me commessi sono ormai caduti in prescrizione ma… a mia discolpa preciso che ero un bambino curioso e che, con l’avanzare degli anni, capii che gli animali non sono giocattoli.

Radura con cespugli, erbe alte e arbusti

Le radure con cespugli, fitti roveti,  erbe alte e arbusti fruttiferi sono un ambiente ideale per i moscardini (Foto: Franco Gray)

Esperienze

Moscardino tra le foglie secche

Moscardino ben celato tra le foglie del sottobosco (Foto: Luisa De Savi)

L’incontro con i moscardini  in difficoltà può creare dei problemi. I brevi racconti dei fatti (e dei misfatti!) commessi dal sottoscritto tanti anni fa invitano ad evitare errori. Ecco alcune osservazioni:

  1. Quando un nido con prole non ancora autosufficiente viene involontariamente danneggiato (ad esempio durante i lavori di manutenzione delle siepi) la nidiata va lasciato sul posto. In breve tempo la madre porterà la prole in un luogo sicuro.
  2. I moscardini rinvenuti in letargo vanno messi in sicurezza in un luogo freddo e protetto: il calore degli appartamenti li danneggerebbe. 
  3. Il ritrovamento casuale di giovani moscardini non deve preoccupare: allo stadio di crescita mostrato nelle foto sotto vanno rifocillati e posti lontano dai possibili predatori con una piccola riserva di cibo (ad esempio, pezzi di frutta matura). Rimessi in natura, sapranno cavarsela da soli.
Moscardino rinvenuto sulla soglia di una albergo

Moscardino disperso: si tratta di un soggetto molto giovane, probabilmente appena svezzato (Foto: Giulia Ghezzi)

Un salvataggio – Scrive Giulia in merito al ritrovamento del giovane moscardino senza nido della foto in alto:  “Il Moscardino era rannicchiato su uno scalino di un hotel di montagna dove alloggiavo. Si è lasciato prendere in mano anzi cercava il calore e si sentiva protetto […]
Ho cercato di capire da dove fosse caduto…zero nidi: era spostato di diversi metri da un bosco di noccioli e di rovi.
Dopo avergli dato acqua tiepida con zucchero disciolto che ha succhiato volentieri l’ho lasciato sotto i cespugli…”

 

In Valsesia 

Moscardino in letargo e ambiente montano ancora innevato alla fine dell'inverno

Inverno: il lungo sonno del moscardino e – a destra – l’ultima neve che si sta sciogliendo alla fine dell’inverno, quando già sugli alberi compaiono le prime foglie (Foto: Franco Gray)

In Valsesia il moscardino è conosciuto come “rat niciulin” e, sebbene nottetempo approfitti talvolta della frutta coltivata, gode di molta simpatia. Una breve indagine condotta via Web rivela la presenza di questo piccolo roditore sia nelle zone collinari della Bassa Valle che oltre i centri abitati del piano montano: è  stato infatti segnalato anche nella zona in cui il faggio cede gradatamente alle conifere (ad esempio: Alpe Bonda, circa 1250 m sul livello del mare).  Ciò dimostra che i moscardini sanno adattarsi anche ai climi poco ospitali; in effetti, i nidi che ne testimoniano la presenza  sono stati rinvenuti pure a 1500 metri, ben celati tra le felci e i lamponi delle alture della Val Sorba. L’avvistamento più alto è stato a 1710 metri di altitudine, verso l’Alpe Campo di Rassa. 

Franco Gray (All’anagrafe: Franco Bertola)

Vai a Roditori  (Pagina in “costruzione permanente”)

Vai a  Tra gli incolti

Ringraziamenti – Si ringraziano le persone che hanno fornito i dati sopra riportati e i fotografi che hanno concesso la pubblicazione delle loro opere.

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Tags: arbu, avventure, topo nocciolino, vita tra i cespugli .
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