Autoctoni e alloctoni: stesso comportamento di fronte ai rapaci – Questo nuovo articolo racconta di una Poiana e della reazione dei Parrocchetti nei confronti dei predatori.  Il tutto  avviene in un grande parco  cittadino della Germania…

Parrocchetti dal collare, coppia (Foto: Franco Gray)

Coppia di Parrocchetti dal collare: gli alloctoni  (Foto: Franco Gray)

Merlo e frutti di un Malus ornamentale (Foto: Franco Gray) (Foto: Franco Gray)

Nel parco, un Merlo che cerca di arraffare i piccoli frutti di un Malus ornamentale proveniente dal Giappone  (Foto: Franco Gray)

Premessa – Questo scrivere di alloctoni vuole suscitare – ancora una volta – un sano e costruttivo confronto tra sostenitori delle eradicazioni delle specie alloctone e tra quanti – al contrario – credono che la mobilità degli animali e delle piante siano fenomeni ineludibili, iniziati da sempre e proseguiti tumultuosamente nell’era della Globalizzazione. Lo spunto per il primo articolo venne dalle polemiche sorte tra un Ente che, se ho ben capito, aveva piazzato delle cassette nido adatte anche ai Parrocchetti dal collare e alcuni cittadini che proprio non le volevano. Legittimo confronto ma io… che da tempo seguivo la vita di quest’ultima specie, mi schierai dalla parte dei Parrocchetti. Ne uscii indenne o quasi e – come tutti sappiamo – da cosa nasce cosa…

Nota – Quando si parla di Parrocchetti occorre distinguere tra almeno due specie  alloctone presenti in Italia  a macchia di leopardo: il Parrocchetto monaco che costruisce grandi nidi collettivi e il Parrocchetto dal collare che – al contrario – vive in piccole comunità e nidifica nel cavo degli alberi. Dei  Parrocchetti monaco posso solo dire che non li ho mai osservati. Riguardo ai Parrocchetti dal collare devo invece ammettere che  mi sono simpatici ma che li ho osservati in un’area ristretta. Tutto qui.

Per vedere il primo articolo sui Parrocchetti del collare:

Vai a Parrocchetti

 

Poiana di vedetta (Foto: Franco Gray)

Poiana di vedetta (Foto: Franco Gray)

Diario – Mannheim, 8 gennaio 2020, primo pomeriggio. Mi trovavo in un  grande parco urbano, stavo fotografando dei merli quando avvertii dei segnali inquietanti: gli uccelli sembravano indispettiti e svolazzavano irrequieti. Mi guardai intorno e vidi una poiana: se ne stava guardinga sulla cima di un albero mentre un piccolo gruppo di parrocchetti sembrava consigliarle di sloggiare. I merli che – vedi foto in alto –  si stavano rimpinzando dei piccoli frutti gialli del Malus fluribunda arrivato dal Giappone erano già finiti chissà dove, credo a nascondersi.  Le cince – non so se eccitate o impaurite –  sembravano stare dalla parte dei parrocchetti, ma a poca distanza dal suolo.  A dar  man forte ai parrocchetti arrivarono un paio di gazze, poi sopraggiunsero dei corvi: in quel parco sono presenti un po’ ovunque. Due di quei corvi iniziarono senza indugio una vera e propria azione di mobbing nei confronti della poiana; le gazze sembravano le meno coraggiose, i parrocchetti svolazzavano di ramo in ramo lanciando i loro striduli richiami ma… tenendosi a debita distanza dal rapace. Le azioni che tutti quanti mettevano in atto non furono per nulla gradite alla poiana che, lasciata la sommità dell’albero, se ne andò inseguita da un corvo. Mentre i due uccelli si allontanavano un altro membro della tribù  dei corvi – da me subito battezzato con il nome di Corvo Nero – appollaiato su di un ramo lanciava  segnali di richiamo, forse per chiedere rinforzi…

 

Corvo, richiamo (Foto: Franco Gray)

Il richiamo di un corvo (Foto: Franco Gray)

Conclusioni operative

Parrocchetto si affaccia dalla cavità di un grande platano

Parrocchetto dal collare affacciato alla cavità di un grande platano (Foto: Franco Gray)

La breve esperienza qui raccontata – così come quanto riferito nel più corposo articolo precedente –  è riferita ad una area urbana  di pochi chilometri quadrati della Germania dove i Parrocchetti dal collare (Psittacula krameri) vivono e si riproducono senza che io abbia potuto notare danni alla fauna autoctona.  La narrazione ha voluto evidenziare un comportamento acquisito e un rapporto solidale contro un possibile predatore. Nulla di più, ma sono in allestimento altri articoli sui Parrocchetti e sul tema delle specie alloctone, siano  esse piante o animali.

Sintesi – Detto in breve, le manifestazioni di ostilità degli uccelli “nostrani” contro i rapaci sono note e ben documentate: li disturbano e cercano di cacciarli dai loro territori. La novità viene dai Parrocchetti: la loro avversione nei confronti dei predatori  è stata solidale e simile a quelle delle gazze e dei corvi che si erano radunati cercando di distrarre la poiana con tutti i mezzi. In questo caso specifico occorre prendere atto che gli alloctoni parrocchetti hanno imitato gli uccelli autoctoni combattendo insieme a loro “il nemico comune”.

Domande che sorgono in merito alla vicenda:

  1) Come avranno fatti gli alloctoni parrocchetti ad apprendere  le tecniche di difesa dai rapaci degli uccelli “nostrani”?

 2)  I parrocchetti sono ben “integrati” nel territorio di quel parco?

La ricerca continua e potrebbe portare  a nuove sorprese…

Vai a Parrocchetti 

  Franco Gray (All’angrafe: Franco Bertola)


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