Torrente Magiaiga – Per capire dov’è: Clicca qui (Articolo in espansione)

Il Magiaga. A sinistra una delle tante cavità che, lungo le sponde del torrente, fanno da tana alle volpi. A destra un aspetto del suo tratto terminale (Fotoelaborazione da foto di Franco Gray)
Riferimenti
Per raggiungere il basso corso del Magiaiga basta percorrere la strada che da Grignasco porta a Borgosesia. Al ponte della ferrovia, in località Mulino Janetti è ben visibile la deviazione per la frazione Ara di Grignasco. La pista che porta a Cava Colombino fiancheggia il torrente: un tempo era percorsa dal trenino a scartamento ridotto che raggiungeva la stazione ferroviaria di Grignasco. Cessata l’attività estrattiva, nel luogo della cava sono rimaste dei fabbricati e un vasto pianoro colonizzato da piante pioniere.

Un aspetto del pianoro di Cava Colombino, luglio 2013. Il piazzale un tempo utilizzato dai cavatori è ora colonizzato dalle piante pioniere: tra queste si notano salici, pioppi tremuli e, sulla sinistra, un vigoroso ginepro. Sullo sfondo le tipiche rocce carbonatiche del Monte Fenera (Foto: Franco Gray)
Da Cava Colombino il percorso prosegue prima costeggiando il Magiaiga e inerpicandosi poi fino al Giardino delle Grotte di Ara, una delle tante località affascinanti del Monte Fenera…

Da Cava Colombino, il sentiero prosegue per la località “Giardino delle Grotte” di Ara. Sulla sponda sinistra del torrente Magiaiga un vecchio acero capitozzato diventa punto di riferimento: poco più avanti il il tracciato si inerpicherà lungo i fianchi del monte. Ai piedi del grande albero i pungitopo a marzo sono ancora carichi di bacche rosse (Fotocomp. da foto di Franco Gray)
Inverno: piante verdi

Gennaio. Una splendida felce: la Phyllitis scolopendrium, nota come Lingua cervina (Foto: Renzo Calvi)
La “Lingua cervina” (Phyllitis scolopendrium) è una felce sempreverde della famiglia Aspleniaceae. Come mostra la foto, cresce spontanea lungo le sponde del torrente: in effetti questa pianta prospera nei luoghi umidi, sui suoli basici originati dalla disgregazione delle delle rocce carbonatiche del Monte Fenera (Foto: Renzo Calvi)
Verso la primavera… La risalita del torrente Magiaiga continua alla fine dell’inverno, a partire dal tratto inferiore. Lungo le sponde e ai lati della pista, troviamo una ricca fioritura…

Fine marzo – Ai lati della pista che porta a Cava Colombino e lungo le sponde del Magiaiga appaiono i fiori che annunciano la primavera. Tra la neve che si sta sciogliendo compaiono le primule, i campanellini di primavera e gli ellebori. Sotto, una ricca fioritura di anemone epatica, una pianta che ama gli spazi aperti e i terreni calcarei (Fotocomp. da foto di Franco Gray)
Lasciata Cava Colombino si può procedere agevolmente lungo le due sponde del torrente. Dalla sponda destra, grazie all’assenza di fogliame, in inverno si intravedono le prime costruzioni della frazione Ara. Presso il greto, compaiono i resti di alcune opere idrauliche; la sponda sinistra fiancheggia invece ripide pareti calcaree e zone boscate. Il percorso non presenta difficoltà, le sponde offrono scorci incantevoli e si notano le tracce degli animali che le frequentano.
Estate…

Luglio: le ombrose sponde del rio Magiaiga, Nell’inserto circolare, una rana temporaria (Foto: Franco Gray)
Lungo il Magiaiga si notano i resti di opere idrauliche ormai abbandonate e si procede senza alcuna difficoltà. Poche centinaia di metri dopo Cava Colombino, superato il vecchio acero capitozzato della foto, il sentiero abbandona il corso del torrente: lasciata la zona umida si inerpica risalendo i fianchi del monte.
Dal greto del torrente alla frazione Ara: il sentiero

Presso il sentiero che inerpicandosi tra i boschi porta alla frazione Ara, un ponticello in legno unisce le due sponde del torrente. (Foto: Dani Ciamp, gruppo “Falispe”)
Arrivati nei pressi di una cascata, la risalita del Magiaiga diventa difficile. In mancanza di adeguata attrezzatura, occorre lasciare le rive del torrente e, dalla sponda sinistra, inerpicarsi lungo i fianchi dell’altura seguendo il sentiero: il cammino prosegue dunque nel bosco, tra le rocce calcaree. Lasciata la zona umida si notano ornielli e roverelle e nel sottobosco al pungitopo si aggiungono i ginepri.

Un tratto del sentiero che, lasciata la sponda sinistra del torrente Magiaiga, raggiunge la località “Giardino delle Grotte” (Foto: Dani Ciamp)
Lungo il percorso troviamo i segni lasciati nel terreno dai cinghiali e le sommità degli arbusti brucate dai caprioli. Nei tronchi dei vecchi alberi nidificano le cince , nei punti riparati e nascosti del terreno i pettirossi. I cespugli offrono riparo e protezione alle specie che costruiscono il nido a poche decine di centimetri dal suolo e sui grandi alberi – insieme agli intrecci di rametti dei nidi delle ghiandaie – si possono scorgere i ripari arrotondati costruiti dagli scoiattoli.
Le cavità che si sono formate nella roccia calcarea offrono invece ripari sicuri a volpi e tassi.
Seguendo il sentiero del bosco dopo numerosi tornanti si incontra infine la pista che conduce sia verso Ara che verso alcuni nuclei abitati sparsi. Svoltando a sinistra si ritorna al torrente, tra i ponti e le cavità naturali della località “Giardino delle Grotte”.

Frazione Ara di Grignasco. Il torrente Magiaiga al “Giardino delle Grotte”, luglio (Foto: Franco Gray)
Pagina a cura di Franco Bertola (Pen name: Franco Gray)
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