Mani al lavoro

 Artigiani valsesiani mentre  creano con le proprie mani alcuni piccoli capolavori

Mani abili, mani veloci, mani che lavorano: sabato 14 dicembre  a Prato Sesia, a ”La Fonte” presso l’Infopoint dell’Associazione Supervulcano Valsesia,  si sono potute ammirare alcune delle abilità artigiane tipiche della nostra valle.

Su un tavolo esempi di prodotti artigianali

Una prima impressione della fantasia e della creatività degli artigiani espositori

All’ingresso  dell’Info-point un  ponte tra passato e presente: un tavolo, dove erano esposti alcuni esempi di centenaria sapienza e altri di fantasiosa creatività. Cestini e gerle simili a quelli usati dai nostri avi sistemati fianco a fianco a panettoni e biscotti dell’antica tradizione; poco più in là modernissimi gioielli nei quali si incastonavano pizzi a puncetto dai colori smaglianti vicini a “scapin” dalla forma tradizionale, rinnovati nel tessuto o nel ricamo.

Preparazione suola scapin

Un’artigiana, nel tipico costume di uno dei comuni della Valsesia, cuce con la corda la suola dello scapin

Oltre la soglia, nell’ampio salone, degli artigiani si esibivano “dal vivo”: una valligiana in  costume costruiva le  tipiche pantofole  valsesiane, gli “scapin” e una sua collega creava con ago e filo un pizzo prezioso, il “puncet”.

Poco più avanti, in un angolo, il signor Ernesto, arrivato da Rassa, con pochi veloci movimenti creava gerle e canestri. Alle sue spalle,  su un tavolo, altri prodotti da lui confezionati intagliando il legno attiravano l’attenzione.

I lavori di Ernesto

Alcuni dei prodotti eseguiti ad intaglio dal signor Ernesto

Gli scapin

Dopo il freddo di una giornata all’aperto quale piacere più grande di infilarsi ai piedi un paio di comode e calde pantofole?

Scapini

A sinistra: tracciato il contorno della suola, l’artigiana riempie il suo interno con grossi punti utilizzando corda di sisal. A destra: accanto ai tipici scapin rossi, neri o grigio scuro, oggi possiamo trovarne in mille fantasie di tessuto e di colore, anche maculati…

All’ epoca dei primi insediamenti Walser le industriose donne valsesiane hanno saputo utilizzare gli scarti di stoffa presenti in casa o i ritagli di vecchi indumenti, tenuti insieme dalla canapa, spesso coltivata da loro stesse, per realizzare una calzatura semplice, resistente ed elegante, detta “scapin “ o “scufun”. Confezionato ancora interamente a mano, lo scapin  oggi è preparato con stoffe di diverso tipo, alcune molto pregiate come il panno, il velluto e persino il cachemire o l’ alpaca. 

Il puncetto

Centrino con puncetto

Un centrino bordato di puncetto fa da sfondo ad un gioiello nel quale è incastonato il prezioso merletto

 

 

D’inverno in Valsesia cade bianca e silenziosa la neve; una leggenda narra che  le donne valsesiane ammirando i fiocchi di neve e i cristalli di ghiaccio, ciascuno con una forma  diversa e fantastica, abbiano avuto il desiderio di riproporli con un ricamo. Sarebbe così nato il prezioso “puncet”, un  merletto creato con ago e filo, il cui nome significa “ piccolo punto”, che impreziosiva  la camicia del costume ed arricchiva lenzuola e tovaglie. Per secoli  questo ricamo ha mantenuto la modalità di esecuzione, basata  sulla ripetizione geometrica di nodi,  ma si è arricchito grazie alla  fantasia e all’originalità delle  diverse puncettaie,  fiere di quest’ antica arte tramandata   di generazione in generazione.  Oggi i puncetti diventano coloratissimi e, abbinati a piccoli cristalli Swarovski o ad altro materiale di pregio, formano gioielli unici e preziosi.

Puncetto verde

Un quadratino di puncetto verde smagliante, dall’aspetto natalizio

Gerle, canestri e civere

Si prepara una gerla

Occorrono abilità e tanta pazienza per produrre una gerla, sia pur in miniatura 

Nel bosco di castagno  si comincia la scelta dei rami adatti; devono essere ben diritti e lisci per poter essere lavorati dall’abile coltello del “cavagnat”. L’artigiano poi, nel suo laboratorio, scorteccia con pazienza i rami piegandoli contro il ginocchio ed ottenendo delle bianche e resistenti bacchette e delle robuste listarelle. A questo punto  può iniziare a fare una gerla:  prepara la base, un parallelepipedo di legno con dei buchi in cui infilare le bacchette, che devono essere in numero dispari; quindi unisce in alto le listarelle. Ora occorre tempo e abilità, partendo dal basso il cavagnat  intreccia i legni per rivestire il contenitore e … fatto! una candida gerla robusta e durevole nel tempo è pronta. Con tecnica simile si possono fare le “cavagne” ossia i canestri e le “civere” ovvero gerle aperte adatte al trasporto di fieno.

La giornata si è conclusa con l’ammirazione per un altro prodotto artigianale: il panettone offerto dalla panetteria de “la Fonte”, preparato secondo la tradizione  e gustato con vero entusiasmo da parte dei presenti.

Daniela De Ambrosis,   Silvana Mazza e   Franco Gray (Franco Bertola). Tre del gruppoLE FALISPE“…